BÈBIGHÈNG – I figli degli altri

BÈBIGHÈNG – I figli degli altri

Centro Giovani Montanara – Via Monsignor Nestore Pelicelli 13/a – PARMA

Sarà possibile visitare gratuitamente la mostra dal 24 ottobre al 24 dicembre 2022, negli orari di apertura del centro.

Fino alla fine dell’anno nuove opportunità per visitare la mostra di Fogliazza e partecipare ad incontri e momenti di confronto sul cosiddetto disagio giovanile.

Dopo i più che positivi riscontri dei mesi estivi, durante i quali sono stati esposti negli spazi all’aperto del Circolo Pro Parma a Moletolo, i disegni testuali di Gianluca Foglia in arte “Fogliazza” raccolti nella mostra “BÈBIGHÈNG. I figli degli altri” si trasferiscono, dal 24 ottobre e fino al 24 dicembre, al Centro Giovani Montanara in Via Monsignor Nestore Pelicelli, 13A a Parma.
Proposta nell’ambito delle iniziative collaterali al FESTIVAL DELLA PAROLA – IX edizione, la personale di Fogliazza potrà dunque continuare, grazie all’iniziativa del Comune di Parma – Assessorato alla Comunità Giovanile e alle Politiche Giovanili, il suo percorso di suggestione e stimolo ad una riflessione “dal basso” e scevra di retorica su un tema di grande attualità, il fenomeno del bullismo e della microcriminalità sempre più diffusa nelle nostre città, legata a quello che viene chiamato disagio giovanile.

Il nuovo allestimento presso il Centro Giovani Montanara verrà inaugurato lunedì 24 ottobre, alle ore 11.30, alla presenza dell’Assessore alla Comunità Giovanile Beatrice Aimi e del curatore del Festival Manlio Maggio, in un incontro a cui parteciperanno Fogliazza, alcune classi dell’ITIS Leonardo Da Vinci e Nicola Bolzoni, educatore dell’Unità di Strada dell’AUSL di Parma.
Fino a fine anno vi sarà l’occasione per continuare a ragionare di e con i giovani, coinvolgendo di volta in volta insegnanti e studenti, ma anche le forze dell’ordine, l’Unità di Strada, gli educatori, gli amministratori, genitori e figli. Per provare a dare senso e parole, e soprattutto ascolto, al di là dei titoli allarmisti dei quotidiani, a quei fenomeni che definiamo come devianze fingendo che riguardino sempre “i figli degli altri”.
Protagonisti delle immagini di Fogliazza sono ragazzi dall’incerto futuro, che sembrano senza guida, senza educazione: popolano, in gruppo, le strade di Parma e di tantissime altre città del nostro Stivale, macchiandosi, a volte, di azioni disdicevoli, violente, da stigmatizzare. E non sembrano provare alcuna emozione, quando le compiono. Fogliazza, isolandoli dal branco, dà loro voce, senza sconti né pregiudizi, regalando uno spazio d’espressione che nella realtà viene loro negato. Ma sono solo loro gli unici colpevoli
delle loro azioni? Siamo certi di non avere nulla da imputarci? Noi che ci limitiamo superficialmente a giudicarli, ad etichettarli, attenti a non profondere il benché minimo sforzo per provare a comprendere le ragioni del loro disagio, della loro rabbia?

Affidare l’esclusiva della parola ai benpensanti, ai conformisti dalla pancia piena, è sì accomodante, ma castra sul nascere i presupposti del dialogo, che si realizza solo quando viene assicurata a tutti la medesima possibilità di espressione.

Di seguito il pensiero di Fogliazza:

Penso che chiamarle baby gang sia un po’ come dire baby squillo quando il problema sono i pedofili, come dire che la colpa è dei pusher e non di chi acquista la droga. Catalogare il fenomeno come disagio giovanile somiglia a un alibi: disagio adulto suona male? Forse questi giovani sono venuti al mondo a nostra insaputa? Di certo abbiamo smesso di conoscerli; per questo, sapere chi sono è più urgente di cosa fare: se prima non li conosciamo, possiamo solo girare attorno alle nostre tavole rotonde. Ho immaginato il loro punto di vista, disegnato le loro parole; questi giovani si rivolgono a noi adulti e forse sarebbe più corretto attribuire le loro colpe alla nostra assenza. Ho realizzato queste opere non perché so cosa pensano, ma perché, come genitore, sono cosciente del fatto che la responsabilità non è solo la loro”.

La mostra è un’iniziativa di Rinascimento2.0 ed è stata realizzata grazie a Opem SpA, Marella srl e NetProject,
con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, Fondazione Cariparma.

 

Per informazioni e prenotazioni E-mail: festivaldellaparoladiparma@gmail.com

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